Immaginate di essere studenti del Politecnico di Milano, di ritrovarvi un giorno in 4 o 5, di reclutare altri 30 colleghi, di fondare un’associazione studentesca e di chiamarla Skyward Experimental Rocketry. Tutto molto semplice, potremmo dire, se non fosse che l’obbiettivo è battere il record europeo di altezza mai raggiunta da un missile concepito in ambito accademico: 12,5 km d’altitudine. Abbiamo incontrato Armando Biscontini, studente di ingegneria elettronica, Davide Rossi, studente di ingegneria elettronica, e Mario Polino, studente di ingegneria informatica, per farci raccontare come si fa a mettere in piedi un’impresa fuori dal comune, per tutti ma non per gli ‘Skywarders’.
L’associazione di studenti del Politecnico di Milano è nata nell’aprile 2012 e già il 24 novembre 2013 ha effettuato il primo lancio raggiungendo quasi 1000 metri di altitudine ad una velocità massima di 150 metri al secondo. Ad oggi Skyward è il primo ed unico gruppo universitario italiano ad aver lanciato un razzo e fra i 4-5 gruppi in Europa. Il razzo Rocksanne I-X è lungo più di 2 metri e ha un diametro di 7 centimetri. L’Aeronautica militare, da cui occorre ottenere un’autorizzazione speciale di lancio quando si superano determinate quote per garantire la sicurezza spazio aereo circostante, ha concesso loro un punto di lancio a 1500 metri di altitudine in una vallata presso Roccaraso, in Abruzzo, già a novembre sotto la neve abbondante.
Rocksanne I-X e’ stato progettato da zero. Anche il sistema di bordo primario che implementa su microprocessore il software che governa il rientro intelligente è stato sviluppato interamente dal team di Skyward su una board STM32 F4. Per l’apertura del paracadute ST ha offerto sensori di movimento (accelerometro e giroscopio a tre assi) e di pressione. In particolare, in anteprima rispetto al mercato, ha fornito il sensore di pressione LPS25H, che lavora con precisione superiore allo stato dell’arte, sarà inserito nei prossimi missili e fornirà i dati all’algoritmo di decisione, anch’esso scritto da Skyward, che stima il raggiungimento delle condizioni per l’apertura dei due paracadute.
“Adesso progettiamo due nuovi missili: uno bi-stadio con sistemi di controllo della traiettoria e un migliore sistema di posizionamento. Inoltre vogliamo passare da un motore solido a un motore ibrido e raggiungere i 10 km di altitudine,” ci hanno detto. “E poi un terzo missile per battere il record. Contiamo di raggiungere il nostro obbiettivo in 2 o tre anni.”
Intanto, dopo il successo del primo lancio, hanno riaperto il reclutamento: cercano nuovi membri dell’associazione fra gli studenti per lavorare in uno dei sette team che si dividono il lavoro: motore, struttura, elettronica, paracadute, dinamica di volo, supporto di terra e logistica. E soprattutto, cercano nuovi sponsor. Perché se Roccaraso è lontano da Milano, la Sardegna lo è ancora di più. Ma lo spazio aereo in Italia è molto trafficato e quindi missili di portata così elevata non hanno altra area da cui partire. In più l’Aeronautica Militare deve non solo chiudere temporaneamente lo spazio aereo, ma anche considerare il territorio su cui poi il razzo ricadrà senza danni. Non facile, in Italia.