Sono due i ricercatori italiani di STMicroelectronics a vincere l’edizione 2019 del Technology Review Under 35, premio annuale riconosciuto a 11 giovani ricercatori che si sono distinti per progetti estremamente innovativi nei propri ambiti di competenza: Roberto Carminati e Davide Cucchi.
Il premio è promosso dalla MIT Technology Review Italy, la consociata italiana della rivista del Massachussets Institute of Technology di Boston – MIT Technology Review – che promuove questo concorso da 20 anni in tutto il mondo. 11 i progetti e i ricercatori selezionati, che spaziano da sistemi protesici a specchi micromeccanici, dal monitoraggio di strutture di ingegneria civile all’estrazione del DNA, dalla connettività satellitare all’immunoterapia. Tutti i progetti e i profili dei vincitori sono disponibili sulla rivista online.
Roberto è nato nel 1987 ed è laureato in Fisica all’Università di Pavia. In ST dal 2012, ha progettato scanner innovativi che consentiranno presto una nuova generazione di occhiali intelligenti a realtà aumentata (AR). La risoluzione dell’immagine del display da lui ottenuta proviene da strutture meccaniche di scansione ad altissima frequenza – basate sulla tecnologia di attuazione piezoelettrica PZT a film sottile. In grado di proiettare un elevato numero di linee di visualizzazione durante ogni frame di proiezione, consentiranno al display di soddisfare i requisiti per la prossima generazione di occhiali AR e permetteranno di estenderne il campo applicativo attuale: dai chirurghi in grado di visualizzare informazioni chiave per la buona riuscita dell’operazione fino ai manutentori in grado di ricevere supporto da esperti in remoto.
Davide invece è nato nel 1985 e si è laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Milano. In ST dal 2011, ha presentato uno strumento che permette di semplificare e contenere i costi per l’estrazione e la purificazione del DNA, da elaborare poi con la tecnica della RT-PCR. Con l’utilizzo di un sistema di preparazione del campione, basato su una “tecnologia laboratorio su chip” (un dispositivo che integra una o più funzioni di laboratorio su un singolo circuito integrato), si eseguono tutti i passaggi necessari per estrarre e purificare il DNA da sangue, saliva e altre matrici biologiche. Lo strumento progettato da Davide è estremamente facile da usare e trasportare e può essere gestito da operatori non specializzati in qualsiasi ambiente. Inoltre la cartuccia monouso è estremamente economica. Fra i futuri sviluppi su cui Davide sta già lavorando, c’è l’integrazione del suo strumento di estrazione e purificazione del DNA con la RT-PCR, in modo da poter inserire il campione biologico in un unico strumento ed ottenerne velocemente la risposta cercata.
A tutti i vincitori congratulazioni per il traguardo raggiunto!
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