Ma a che punto siamo con IoT?

di Giuseppe Caravita Possiamo essere parte, se non protagonisti, di un cambiamento globale? Il tema di cui si parla a Parigi sotto la bandiera della conferenza Onu è il cambiamento climatico. Quella che oggi vede nuovi protagonisti, come Obama e Xi Jinping, affiancarsi all’Europa. Tre continenti sono ora alla ricerca di soluzioni di sostenibilità, e l’impegno a incentivarle anche nei paesi in via di sviluppo.

Possiamo essere parte, se non protagonisti,  di un cambiamento globale?

Il tema di cui si parla a Parigi sotto la bandiera della conferenza Onu è il cambiamento climatico. Quella che oggi vede nuovi protagonisti, come Obama e Xi Jinping, affiancarsi all’Europa. Tre continenti sono ora alla ricerca di soluzioni di sostenibilità, e l’impegno a incentivarle anche nei paesi in via di sviluppo.

L’elettronica è tutta dentro questa nuova fase. Nelle miriadi di soluzioni già sviluppate, dalla lampade a basso consumo, agli inverter solari e per i motori, ai led. Ma soprattutto è in ciò che è ancora da fare e da inventare. E per gran parte questa è e sarà l’internet delle cose (IoT). Un grande laboratorio planetario che spazia già oggi dall’energia ai veicoli, dalla casa agli assistenti personali. Che integra intelligenza e sensorialità ai prodotti e vi aggiunge servizi.

A_Cremonesi_2015Alessando Cremonesi, Group Vice President & General Manager dei Central Labs di STMicroelectronics, coordina anche il laboratorio di Agrate dedicato allo sviluppo di moduli sensoriali e intelligenti inseribili negli oggetti della vita quotidiana. Il suo lavoro è quindi proprio dentro il trend dell’internet delle cose.

Nel 2008 comparve il primo studio, dell’Itu, sullo scenario dell’internet delle cose (IoT). Sono passati sette anni. E sembra che non sia successo nulla. Come mai?

E’ anche giusto che la cosa sia poco visibile. L’IoT si basa su due pilastri: l’internet e le cose. Per quanto riguarda le cose è naturale che l’elettronica sia nascosta. ma andiamo a vedere nella vita di tutti i giorni e  facciamo qualche esempio. I wearable, gli oggetti intelligenti che ci portiamo addosso. Qui l’IoT sta già succedendo. Abbiamo già non pochi clienti che stanno mettendo sul mercato dispositivi per il fitness. Un tempo erano dispositivi a disposizione solo degli esperti. Ora questi, o per connessione diretta attraverso bluetooth o via internet si connettono al tuo pc e in qualche modo ti permettono di costruirti una tua storia che può vivere in internet, e di far parte di una comunità. Poi la domotica, dove, senza che l’utente se ne accorga, gli apparecchi di casa, come le caldaie,  sono collegati a internet via wi-fi. E questo per i loro costruttori significa avere delle statistiche in rete molto più affidabili. E quindi maggiore sicurezza per gli utenti. E lo stesso vale, oggi, per i condizionatori più evoluti. E i lampioni stradali, che cominciano a essere controllati in modo più accurato. L’IoT, così, possiamo immaginarla come una migliore gestione automatica di ogni cosa.

Nel conto possiamo mettere anche il car sharing, come quello dell’Eni, in cui le auto sono collegate wireless e dotate di processori. Altrimenti non sarebbe nemmeno possibile il servizio.

Car sharing. Certo. Anche qui internet è nascosta. Però si cominciano a offrire servizi, come la localizzazione di queste macchine. E tutto questo sembra scontato. Poi gli oggetti strettamente personali. Come i braccialetti intelligenti e ora gli orologi… I braccialetti si stanno diffondendo partendo dal mondo del fitness. Basta vederela pubblicità che oggi fa Apple sulla sua nuova generazione di iPhone, tutta legata al benessere personale. Ovvero la capacità di darti informazioni elaborate su quello che fai. E come questo impatta sulla tua salute. La connessione tra l’essere umano e i suoi dati fisiologici messi in rete sta già succedendo. Non importa che passi attraverso un telefono, un braccialetto o un orologio.

Un capitolo poco considerato è l’invecchiamento delle società, specie occidentale. Qui l’IoT potrà avere un ruolo?

Evitiamo di trasporre qui la fitness e derivati. Il mondo degli anziani è diverso. Penso che la cosa interessante sia la possibilità di rendere sempre più agevole la loro casa. Pensiamo a una rete di sensori sulle porte, che profili il comportamento dell’anziano utilizzando la rete. Perché mentre la popolazione invecchia noi non abbiamo modelli di comportamento di questi “nuovi” anziani.

L’IoT, nel fondo, cosa significa?

L’internet di oggi è un sistema in cui i dati sono stati introdotti dagli esseri umani. L’IoT invece si basa e si baserà su informazioni caricate in modo automatico sulla rete. Tutti noi sappiamo di essere profilati quando andiamo in rete. Questo sta facendo evolvere molte tecnologie, anche cognitive e di Ai (intelligenza artificiale), dedicate alla profilazione dei comportamenti dei potenziali clienti per scopi commerciali. Di sicuro ci arriva la proposta su misura di un viaggio o di un prodotto. Però si può immaginare che queste tecnologie, molto sofisticate, possano essere utilizzate non solo per il profitto, ma a beneficio dell’umanità. Le tecniche di profilazione potranno servire a tenere sotto controllo il fattore di rischio di un anziano, così come di un raccolto agricolo.Tramite IoT potremo avere profili di anziani a milioni. Potremo sviluppare un livello di conoscenza sulla terza età ben superiore ad oggi. E’ un sistema complesso, ma che si può applicare ad ogni categoria, cominciando da quelle a rischio. Noi mettiamo un Gps in ogni automobile, e uno in ogni telefonino. E questa massa di dati invisibile è oggi disponibile. e tecnologie cognitive ci permettono già ora di lavorare sulle previsioni del traffico.  Domani si potrà andare ben oltre.

Dalle persone passiamo ai sistemi…

Un trend che non va mai dimenticato è l’impatto che internet sta esercitando sui processi industriali. Ovvero la capacità di controllare processi produttivi in modo remotizzato o robotizzato.

Monitoraggio remoto di un processo produttivo?

Sei un imprenditore. E hai una raccolta dati in tempo reale sul tuo venduto,più i profili dei clienti e i loro modelli di comportamento. In modo automatico, produrrai i premi del catalogo che vanno di più. Perché la macchina di produzione è ora connessa a un sistema che prende decisioni su tutta la supply chain. E poi c’è la gestione dell’energia. Questa è la problematica del secolo. Pensiamo alla gestione diffusa dell’energia. Su questi sistemi incorporati e connessi noi stiamo investendo a fondo. Per l’efficienza energetica, nel digital power, nell’ottimizzazione di un qualsiasi apparecchio elettrico di casa, nello storage di energia da fonti solari, in modo controllato. Sono più applicazioni che stanno già compenetrandosi tra di loro.

Sono moduli locali.

Nell’energia noi possiamo avere più efficienza nei sistemi locali, ma c’è anche la possibilità, usando la rete, di arrivare a risparmi di energia a un livello più alto. Pensiamo a un sensore di umidità, che viene attivato dalla rete una volta al giorno, per una misura. Poi grazie a questa, elaborata insieme ad altre dalla rete, si può ottimizzare l’ambiente della casa.

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Le auto ibride sono in aumento. E comincia anche la produzione su vasta scala delle batterie agli ioni di litio…

Nei trasporti l’IoT sta chiaramente progredendo a grandi passi. Con il car sharing, la gestione intelligente del traffico, la guida automatica, la gestione del traffico, sia con intelligenza sulla macchina che sui sistemi. Tutto ciò chiama elettronica. E questo non può che farci immensamente felici.

Quale potrebbe essere il ruolo dell’Italia nell’Iot?

A me piace chiamarlo nuovo artigianato tecnologico. Perché la nostra capacità di fare oggetti belli credo sia anche la chiave per farli entrare nelle case delle persone. C’è un aspetto di artigianato e uno di tecnologia. Oggi la seconda l’abbiamo a basso costo, quindi senza impattare in modo esagerato sul prezzo dell’oggetto. L’artigianato elettronico è anche un’opportunità di globalizzazione. Una piccola azienda che dà intelligenza al suo prodotto produce qualcosa connesso con il cloud. E questo nuovo aspetto applicativo ha un mercato che non è locale, ma globale. Quando si realizza un prodotto di questo tipo il suo stile può essere locale, unico, ma il suo servizio è di per sé esportabile. E qui è il vantaggio.

Con il cloud c’è un grande processore a disposizione….

Immagina un letto intelligente. Noi lo scegliamo bello. Un letto però anche sensoriale ti dà informazioni sulla qualità del sonno. Immagina che questo servizio avvenga via internet. Su un vasto database comparato. Il letto è bello ma va anche ben oltre. Quando parliamo dell’Italia, parliamo soprattutto delle sue industrie. Parliamo di settori come il packaging, l’arredo, la robotica… Questi si serviranno, e soprattutto l’ultimo, moltissimo dell’IoT. In pratica è la robotizzazione del mondo. In Italia la robotica è ancora un’area di eccellenza, ma poi c’è il bianco, le caldaie…

Il problema è rendere facile l’utilizzo dell’elettronica alle aziende che si avvicinano.

E qui noi abbiamo creato un programma, l’Open Development Environment STM32, che permette di mettere assieme tra loro building blocks per creare applicazioni di IoT. Contemporaneamente, sull’Italia, stiamo creando una rete, anche di social responsibility, in cui abbiamo connessioni con università, incubatori come H-farm, in cui mettiamo a disposizione queste tecnologie.

Sono building blocks in evoluzione. Soltanto nei processori abbiamo 9 famiglie e circa 600 part number. Configurazioni per ogni esigenza. Questa è oggi indiscutibilmente la famiglia leader nell’IoT, perché consente di tagliare l’intelligenza su misura per applicazioni particolari. Poi all’interno di questo sistema abbiamo portato tutte le funzioni che servono per fare un’applicazione. Ovvero la connettività, l’attuazione, il motor control, la gestione di luci, sensori di movimento e di temperatura. E infine abbiamo sviluppato un accordo con Microsoft per dare la possibilità ai nostri e loro clienti di IoT di disporre di una connessione facile al Cloud.

Combinando la nostra offerta di componentistica con la loro. Perché le fasi sono due. Prima crei il modulo intelligente locale dell’oggetto e poi l’applicazione su internet.

Abbiamo fatto in modo che le piattaforme siano compatibili, e che l’ambiente complessivo sia facile abbastanza per lo sviluppo rapido delle nuove applicazioni.

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